Docenti:
MARCELLA AQUILAR
Sceneggiatrice, assistente ai programmi Rai
VINCENZO ESPOSITO
Storico del Cinema
GIOSIA MOCCIA
Filmmaker
CORRADO MORRA
Sceneggiatore, studioso di cultura visuale
RAFFAELE PATTI
Regista
Corso di cinema
Dai Lumière a Netflix: L’universo del film tra arte e mestiere.
Programma
Dopo I territori della sceneggiatura, Consorzio Creativo, la nuova realtà di produzione e formazione di Marcianise, presenta il suo primo Corso di Cinema, un percorso in sedici appuntamenti e una produzione finale, che, tra storia, sceneggiatura, regia, teorie del montaggio, analisi dei film, prassi di produzione ed esperienze di set, si prefigge di insegnare come funziona e come si fa, in ogni suo comparto, quel particolare viaggio dentro noi stessi e nel mondo, che chiamiamo cinema.
<I film ci hanno stregato come nessun altro medium (…) regalandoci finestre sul mondo, espandendo punti di vista e aprendo i nostri occhi a nuove meraviglie. Aiutandoci a elevare e al contempo capire meglio noi stessi.»
Nota affissa all’entrata dell’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles, il museo del cinema di Hollywood da poco inaugurato>
In un momento di grande vitalità del cinema italiano e, in particolare, della scena napoletana e campana, sia dal punto di vista produttivo sia rispetto alle offerte formative del settore, presentare un nuovo percorso di prima formazione sul cinema deve innanzitutto chiedersi quali siano le novità e gli obiettivi che si prefigge e a chi e in che modo voglia parlare. Agli aspiranti filmmaker, sicuramente, che necessitino di una base di strumentazioni tecniche e teoriche per entrare nel mondo della Settima arte. E agli spettatori, perché costruiscano quelle consapevolezze del linguaggio filmico, che gli permettano di godere appieno dell’esperienza estetica ed emotiva del cinema. Il Corso di Cinema del Consorzio Creativo, infatti, avrà come costanti interlocutori entrambi, figure che, tra l’altro, coincidono perché lapalissianamente è la passione per il cinema come evento spettacolare, che sovente determina la voglia di avvicinarvisi professionalmente. Eppure, a dispetto di un racconto del contemporaneo, che sull’onnipresente linguaggio audiovisivo sembra fondarsi, e la presenza costante e asfissiante di immagini nella nostra vita, è innegabile che l’utopia rivoluzionaria e liberatrice di un Walter Benjamin, di avere, cioè, uno spettatore cosciente, che sappia mettere “alla prova con occhio esperto” le immagini del cinema, è oggi profondamente in crisi, calati come siamo in una bolla mediatica, in cui fake news, cinema del (presupposto) reale, fiction e autonarrazioni social, si mescolano in un’inedita ambiguità interpretativa. E allora? Allora, anche nella formazione professionale siamo certi che ci voglia un modo nuovo di fare scuola di cinema, che metta al centro la cultura, perché, pur partendo dalla centralità del “dispositivo”, ancor prima della macchina da presa e del montaggio come cardine del linguaggio specifico, il cinema è oggi sempre più uno snodo, pur fondamentale, ma non unico, dell’immaginario visivo del presente, che per essere compreso e fatto deve essere inevitabilmente contestualizzato nella cultura visuale in cui siamo calati, una realtà “multischermo” composta da infiniti segnali: da quelli del grande schermo alle serie tv, dai videogame ai balletti su Tik Tok fino ai visual data. Ed è quello che si prefigge il Corso di Cinema del Consorzio Creativo: insegnare cinema in un mondo dove il cinema e le sue classiche narrazioni stanno prendendo costantemente strade inedite, in dialettiche che addirittura ci pongono di continuo una domanda straordinaria: esiste la realtà? O, meglio, esiste una realtà che non sia narrata? E, a tal proposito, se è vero che, come teorizzato da Aleksander Kruge, uno dei maggiori registi e teorici del cinema contemporaneo (non a caso amato da Pasolini), esiste prima del cinema un “principio cinema”, dovremmo, allora, legittimamente cercare le radici del cinema anche nei fenomeni estetici e culturali accaduti prima dell’invenzione dei Lumière. Ma questo significa, allora, non solo che la narrazione cinematografica sarebbe ormai dappertutto, avendo fornito, con le strutture delle sue storie, un fondamentale paradigma di lettura del mondo, ma addirittura che il cinema come visione del mondo sarebbe… sempre esistito?! È anche a questa domanda impossibile che il Corso di Cinema del Consorzio Creativo cercherà di rispondere, forti di una meravigliosa citazione del regista Max Reinhardt, questa: «Molti sono convinti che la verità esterna sia la realtà della vita. Io credo che il reale alberghi ormai da tempo nelle scenografie.»